SETE, A. B. Radley

19.02.2023

Buongiorno!

Oggi parliamo di Sete, romanzo letto in collaborazione con la fantastica casa editrice Moscabianca ( vi ricordate? ne ho parlato qui)

Ci ho messo un po' a trovare le parole giuste per questo libro: a volte sono così tante le cose che vorrei dire che le parole.. non escono, si intoppano!

Proviamoci, partiamo da ciò di cui parla questo romanzo:

3028. Ci troviamo molto lontano da tutto ciò che conosciamo: siamo su un altro pianeta, con una bimba romanì di nome Anouk che, mentre aspetta il turno all'altalena, sente un gran trambusto e vede tutti scappare. Il pianeta sta per esplodere, deve essere evacuato.

Anouk perde i suoi punti di riferimento, senza capire cosa stia succedendo si ritrova su una navicella pronta per la partenza; sua madre la chiama tramite l'interfaccia neurale, le dice di non preoccuparsi, che sta arrivando anche lei con il resto della famiglia. Ma mentre viaggia nello spazio, la bimba vede cosa sta accadendo alle altre navicelle: l'esplosione del pianeta le fa bruciare.

3046. Anouk ormai grande lavora come marinaio sulla Vaiana, nave della compagnia ESA-GENESIS che ha colonizzato tutta la Via Lattea. Non ha mai smesso di cercare la sua famiglia. Lei è un'abile pilota, ma non può che fare il marinaio semplice e tenersi nelle retrovie: nessuno sa che è romanì, altrimenti nessuno la farebbe più lavorare. In tanti anni e vari pianeti, non ha ancora trovato un posto nella galassia in cui la sua gente non sia trattata come spazzatura.

Una serie di vicissitudini portano la ragazza ad atterrare su un pianeta strano, Ptolemaios. Qui la sua vita si intreccerà con quella di Tamar e Bilal, di fazioni opposte che si odiano di un odio lungo millenni; Satō, magnate che vuole tornare su quel pianeta per una sete mai sazia di vendetta; Yonah, un ragazzo dall'età indefinibile che sembra vivere in simbiosi con un certo Leviatano, che chiama Wadi: strana creatura che una parte dei pochi abitanti del pianeta vede come una divinità, mentre l'altra come un mostro violento da distruggere.

Unendo lo stile narrativo dello space opera a quello del romanzo di formazione in un connubio perfetto, lo scrittore ha creato un libro magico. 

Nelle prime pagine ho fatto un po' di fatica per alcuni termini "tecnici" a me sconosciuti- è il primo romanzo space opera che leggo- ma passate quelle quattro pagine, entrare nel vivo della storia è stato fluido. 

I punti di vista narrativi si intrecciano. Passiamo dalla storia raccontata dal punto di vista di Anouk a Satō, Tamar, Bilal, Yonah e Wadi. Ogni volta che cambia il punto di vista, capiamo qualcosa in più non solo della storia, ma del personaggio e del perché il suo carattere si è sviluppato in quel determinato modo, perché ha fatto determinate scelte.

Mi è piaciuto moltissimo,Sete, l'ho davvero gustato pagina dopo pagina e salutarlo è stato difficilissimo. Non volevo chiuderlo.

Trovo lodevole il modo naturale con cui lo scrittore è riuscito a spaziare tra tematiche diverse e molto complesse, senza lasciare il velo di favola che avvolge tutta la narrazione.

Rabbia, lutto, violenza( fisica e sessuale), autolesionismo, razzismo, antisemitismo, impatto dell'uomo sull'ambiente. Ma anche amicizia, diversità, perdono, empatia, amore.

Ecco, se mi chiedete di cosa parla questo libro, per me parla di amore.

Un amore che va oltre la fisicità, bello, di cuore, che si prova per quelle persone che ci fanno sentire sempre a casa.

Quell'amore, che ci insegna a lasciar andare, quando un attaccamento,anche verso qualcuno che non c'è più, diventa dannoso.

Lasciare spazio, smettere di credere che la vita possa essere possibile solo se in simbiosi.

Amare, sì, talvolta è lasciar andare. Lo si comprende solo dopo molti errori. Ma ciò non vuol dire che non si possa rimediare.

I personaggi sono tutti belli a modo loro..Non ho odiato nessuno- Satō a parte...- ed ognuno mi ha dato qualcosa, tutti crescono, si sviluppano. Diventano persone migliori. 

Ma quelli che mi sono entrati nel cuore, sono senz'altro Anouk e Yonah. Lei per il suo carattere, la sua forza.. e quella tenerezza incredibile di prendere coraggio toccando dentro la felpa il guantone da baseball e la palla con cui giocava da piccola. Lui, per tutto. Per essere quello che è: pura gentilezza, insicurezza e amore incondizionato verso l'Universo. L'unica cosa di cui ha bisogno è sentirsi amato e sentire il calore dell'altro. Chi di noi non si sente come Yonah? Ne servirebbero di più in questo mondo.

Consiglio questo libro a tutti

Non amate la fantascienza, le storie ambientate in mondi mai visti, alla fine dello spazio? 

Non importa. 

Perché questo romanzo insegna molto sul nostro mondo. 

Su quello che stiamo facendo alla Madre Terra. Su quello che stiamo facendo ai nostri fratelli, alle nostre sorelle. Magari questo libro può insegnare la compassione, l'abbandono dell'odio. Il nostro Pianeta può essere meglio di così: non dovrebbe esserci bisogno della fantascienza per renderlo visibile.

Pensateci e leggete. La lettura ci salverà, ne sono sicura:)

A presto

-Kalpanā

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